La nuova Honda Jazz è ibrida, e a bassa velocità riesce a marciare spesso con il solo motore a corrente. Sempre spaziosa; ricca la dotazione, specie per la sicurezza.
Come nelle precedenti edizioni, anche quest’ultima Honda Jazz ha una carrozzeria da monovolume, alta e con il frontale cortissimo, che lascia molto spazio all’abitacolo: è un’auto davvero accogliente in rapporto agli ingombri (la lunghezza è cresciuta di un centimetro, arrivando a quota 404).
La capienza del bagagliaio è di 304 litri. Si tratta di un valore nella media per un’utilitaria. La batteria di trazione si trova sotto il piano di carico: la nuova Jazz, infatti, è ora solo ibrida (di tipo “full”).
Il sistema ibrido della nuova Honda Jazz ricalca, in piccolo, quello della suv CR-V. A bassa velocità, a far girare le ruote provvede un motore elettrico da ben 109 CV, alimentato da un generatore mosso a sua volta da un 1.5 a benzina, che si avvia automaticamente quando la batteria scende sotto un certo livello di carica.
Il risultato è che, in città, l’auto si muove spesso in modalità puramente elettrica. Oltre gli 80 km/h circa, invece, la chiusura di una frizione collega il 1.5 direttamente alle ruote. Questo perché, oltre un certo regime del quattro cilindri, consumi ed emissioni migliorano se si escludono il generatore di corrente e il motore elettrico.
Un divano “furbo”
A bordo della Honda Jazz, si nota subito la notevole ariosità: i vetri sono ampi e i centimetri abbondano in ogni direzione.
L’accesso al divano è agevole, e solo chi supera i due metri può lamentare la mancanza di centimetri per testa e gambe. Grazie al fatto che la batteria di trazione non è sotto il divano, questo conserva la possibilità di sollevare la seduta (per caricare sul pavimento oggetti alti, come piante o una piccola bicicletta) e di abbattersi fino a formare un piano quasi in pari col fondo del baule.
Migliorata parecchio la visibilità anteriore, grazie ai montanti che ora sono sdoppiati: quello avanzato è sottile e sorregge il parabrezza, mentre quello più arretrato, spesso e molto robusto, garantisce l’indeformabilità dell’abitacolo in caso di urto.
Gli Interni della Honda Jazz Hybrid
Nell’abitacolo della Honda Jazz, la plancia è rivestita di un tessuto imbottito. Numerosi i vani, compresi quelli davanti alle bocchette dell’aria (per raffreddare bottigliette e lattine) e i due cassetti davanti al passeggero anteriore.
Minimalista nell’aspetto ma ricco di informazioni, il cruscotto digitale di 7’’ si “sfoglia”, in maniera intuitiva, mediante dei comandi al volante. A portata di dita e pratici, grazie a grandi rotelle e pulsanti, i comandi della climatizzazione.
La Honda Jazz si comporta molto bene nel traffico: i frequenti rallentamenti permettono di ricaricare molto la batteria, e si può contare anche sulla posizione B del “cambio” per aumentare il freno-motore, così da poter guidare quasi solo con il pedale destro.
Ben modulabile la frenata: una dote non scontata nelle ibride e nelle elettriche, quando gran parte del rallentamento avviene grazie al recupero di energia, e solo poco prima di fermarsi, o in situazioni d’emergenza, entrano in azione i dischi.
Almeno fino a 60 km/h, si viaggia spesso in elettrico: silenziosamente, e potendo contare su un notevole scatto. Oltre questa velocità il 1.5 si avvia più frequentemente, e quando si cercano le massime prestazioni l’effetto non è dissimile a quello di altre ibride o auto con cambio CVT: il quattro cilindri sale molto di giri, facendosi sentire nell’abitacolo, mentre la velocità non cresce altrettanto rapidamente.
A bassa andatura si apprezzano la taratura di sterzo e sospensioni (del giusto peso il primo e capaci di ben filtrare le asperità del fondo le seconde).
Quanto ai consumi, aspettiamo una prova strumentale per un giudizio definitivo. Per ora, possiamo testimoniare dei circa 17 km/l letti nel computer di bordo dopo avere affrontato un percorso molto trafficato: non male.